ai_0Questo post ruota intorno ad una semplice ma molto controversa domanda; i computer sono intelligenti? La risposta non è semplice ne tanto meno univoca data la complessità e crucialità del problema. Sapere  se un computer è intelligente ha dei risvolti, più o meno drammatici, non solo per gli scienziati nei loro laboratori ma anche per noi persone comuni che, presto o tardi, ci troveremo a convivere con questi computer.

In questo breve post non daremo la risposta a questa domanda. Quello che proveremo a fare è raccogliere un po’ di informazioni da mettere sulla bilancia dei fatti, alla fine della lettura ognuno di voi potrà da solo trarre la conclusione che ritiene più opportuna.

Definizione

Un qualsiasi computer può fare cose che noi esseri umani non sappiamo fare. Senza grosse difficolta un computer è in grado di svolgere una semplice moltiplicazione come 1563478*145657 mentre un nessun essere umano sarebbe in grado di farlo in un tempo ragionevolmente breve. Un moderno computer ha la possibilità di svolgere un elevato numero di operazioni al secondo, questa è quella che viene chiamata potenza computazionale del computer, e per tale motivo sono adatti a svolgere compiti che per noi sarebbero onerosi o impossibili da raggiungere.

La capacità di svolgere operazioni di calcolo, per quanto complesse esse siano, non lo rende intelligente; e spero di trovarvi tutti d’accordo su questo altrimenti le cose potrebbero ingarbugliarsi prima del previsto. Un computer non è intelligente perché gli manca quella che forse è la cpacità base dell’intelligenza, ovver il problem solving per usare un parolone. In termini molto spicci possiamo dire che un computer può risolvere solo i problemi che è stato programmato a risolvere e se si trova di fronte ad un problema per cui non è stato programmato si blocca non essendo in grado di risolverlo (questo è parzialmente vero come vedremo in seguito).

La grande capacità di un cervello umano è di poter risolvere, inventando nuovi metodi e procedure, problemi nuovi mai visti in precedenza. Quando ci troviamo di fronte ad un problema nuovo siamo capaci di ragionare per analogia o di essere creativi per trovare una soluzione nuova.

Se un computer è in grado di risolvere un equazione differenziale è perché qualche essere umano, in un epoca passata, è stato in grado di risolvere il problema e scrivere un programma per la sua risoluzione. Un computer non sarebbe in grado di fare lo stesso.

Computer Moderni

Allora un computer è stupido. Nemmeno questo è completamente vero e sarebbe banalizzare un problema estremamente complesso. Al momento ancora non possiamo dare una risposta all’annosa domanda.

Quello che veramente ci serve per capire se un computer è intelligente o meno è fare un confronto con il cervello umano per mettere in luce differenze ed eventuali similitudini.

Un cervello umano è, forse, l’oggetto più complesso dell’intero universo. Esso per grandi linee è simile ad un computer. Può immagazzinare ricordi come un hard disk nell’ippocampo; è dotato di un software per il riconoscimento facciale incorporato nell’earea facciale fusiforme (pensare che solo di recente si è potuto implementare questo tipo di riconoscimento sui computer e solo copiando il cervello umano); è dotato di un sistema di guesture recognition, ovvero la zona del corpo extrastriata (la scoperta di quest’area risale al 2001 e la sua funzione è ancora molto controversa). L’elenco potrebbe continuare all’infinito aggiungendo un sintetizzatore vocale (area di broca) e una scheda audio dedicata che oggi definiremmo dolby surround (la corteccia uditiva primaria che fa parte del lobo temporale).

Un computer ha gli stessi elementi di un cervello umano e alcuni di essi si ispirano direttamente al cervello stesso. Nonostante questo anche il più potente dei computer non può nemmeno lontanamente imitare il comportamento di un computer. Come mai? Per lo stesso motivo per cui la mia panda, nonostante abbia le stesse componenti di una ferrari (ruote, motore, sospensioni, sedili, etc…) non ha le stesse performance e lo stesso valore economico.

Qui si pone la prima grossa differenza. Il modo in cui i segnali si trasmettono all’interno di un cervello è sostanzialmente diverso da quello con cui si trasmettono all’interno di un computer. Un computer è composto di micro circuiti, transistors, fili che trasmettono gli impulsi elettrici (lasciatemi passare questo termine anatomico) in modo deterministico e sempre uguale. All’interno di un cervello, invece, esistono un elevato numero di neuroni collegati tra di loro in modo intricato e i segnali elettrici possono trasmettersi tra di loro seguendo percorsi diversi. Ecco la marcia in più di cui è dotato il cervello.

Intelligenze Artificiali

supply-chain-artificial-intelligence-e1455226266635Data la sostanziale differenza che esiste tra la struttura di un cervello si giunge alla conclusione che un computer standard (ho un po’ abustato di questo termine per distinguere il laptop con cui sto scrivendo da un computer con intelligenza artificiale) non sarà mai intelligente e non potrà mai comportarsi come un cervello umano.

Per superare questo limite intrinseco gli scienziati dei computer hanno copiato quello che ha fatto la natura nel nostro cervello. Replicando il sistema neuroni e multi connessioni sono riusciti a creare un sistema di collegamento simile a quello del cervello umano in un computer; stiamo parlando delle reti neurali. I ricercatori hanno replicato con un software quello che la natura ha fatto con l’hardware del cervello.

I computer su cui è implementato un apposito software di reti neurali possono sperare di considerarsi intelligenti in quanto hanno la capacità di imparare e reagire a situazioni nuove sulla base delle esperienze pregresse; esattamente quello che facciamo noi.

In questo caso parliamo di un intelligenza artificiale. Oggi le intelligenze artificiali sono ovunque intorno a noi; Sul mio computer c’è cortana l’assistente vocale di microsoft; prima ancora è nata siri, ricordo ancora la grande rivoluzione che seguì alla sua introduzione; sugli smartphone android c’è google now l’intelligenza artificiale della Big-G.

Tutti questi software sono in grado di imitare il cervello umano, di apprendere e adattarsi alla situazione in cui si trovano e per tanto mostrano un certo livello di intelligenza.

Per onor di cronaca va detto che anche le auto a guida automatica, i droni che si pilotano da soli, i rover per le esplorazioni spaziali sono dotati degli stessi software e quindi possono sperare di definirsi intelligenti.

Un Test Per Valutarli

Purtroppo non tutti questi computer vengono considerati intelligenti. Un auto a guida automatica non ci fa pensare a qualcosa di intelligente anche se a mio avviso questa idea è sbagliata.

Un primo tentativo di stabilire se un computer fosse intelligente o meno fu il test di Turing. Il test consiste, a grandi linee visto che ne esistono alcune varianti, di far dialogare una persona reale con un computer per un tempo stabilito. Alla fine del tempo previsto la persona reale dovrà dire se il suo interlocutore era un computer o un essere umano. Se l’essere umano reputa il suo interlocutore umano allora il computer ha superato il test di Turing e può definirsi intelligente.

Ma come per ogni test ci sono due modi per superarlo; studiare o barare. La prima volta il test di Turing fu superato barando. Il primo programma in grado di superare il test di Turing fu Eugene Goostman. Il trucco? Eugene era un bambino russo di 13 anni non madrelingua inglese. In tal modo i giudici furono propensi a pensare che alcune risposte non appropriate fossero dovuti alla non padronanza del linguaggio piuttosto che al fatto di essere un computer mal programmato (russi biricchini!!!). In questo modo potrei, forse, convincere i giudici che il mio cane è in realtà un marziano di due anni non madre lingua terrestre e che capisce solo alcune parole come “pappa” e “passeggiata”, potrei diventare ricco o essere scambiato per pazzo.

Stanza Cinese

Image (27)No, non abbiamo cambiato argomento, stiamo ancora parlando di computer. Quello della stanza cinese è un esperimento mentale ideato da John Searle. L’esperimento nasce per confutare l’esperimento di Turing e per porre un occhio critico sui risultati derivanti da esso.

In questo esperimento particolare si introduce una divisione sul tipo di intelligenza in esame; la si divide in intelligenza debole ed intelligente forte. Ricordate il computer deep blue che era capace di giocare a scacchi? Secondo questo test deep blue è un intelligenza debole. Secondo gli scettici deep blue non è altro che un enorme albero di ricerca di tipo euristico che sceglie la mossa migliore da fare all’interno di un database. In altre parole, tornando al discorso fatto prima, deep blue è in grado di replicare mosse che qualcuno gli ha insegnato in precedenza ma non potrebbe mai inventare una nuova strategia da zero.

Quindi l’intelligenza artificiale di tipo debole è semplicemente composta da un computer che sia in grado di risolvere uno specifico problema mostrando la capacità di scegliere il metodo più opportuno in una lista di metodi disponibili. L’intelligenza artificiale forte presuppone, invece, la capacità di pensare e comprendere quello che si sta facendo. Deep blue era un computer in grado di giocare a schacchi ma non era certamente in grado di comprendere il gioco degli schacchi ne di pensare al gioco degli schacchi come vi pensiamo noi.

L’esperimento di Searle tende a confutare la possibilità di un intelligenza artificiale di tipo forte. Vediamo, dunque, in cosa questo test consiste. Supponiamo di volere eseguire un test di turing con un computer e un essere umano che parlino cinese. Il computer, durante il test di Turing, non fa altro che ricevere un ideogramma in cinese eseguire un programma e restituire un output composto da ul altro ideogramma. Per i fautori dell’intelligenza il computer è in grado di capire il cinese. Dove crolla il ragionamento? Se al posto del computer in quella stanza ci fossi io? Bene, potrei prendere in input l’ideogramma e mediante carta e penna potrei svolgere gli stessi calcoli del computer (ci metterei più tempo ma in teoria è possibile eseguirli) e darei in output un ideogramma esattamente come fa il computer. Voi sareste propensi a dire che sono in grado di capire il cinese? Beh certamente non sono in grado di capire il cinese e lo stesso avverrebbe per un computer. La mancanza di comprensione e di coscienza fanno si che il computer non possa considerarsi intelligente.

E se il computer invece di essere in una stanza fosse montato su un robot in grado di interagire con l’ambiente? Allora sarebbe capace di capire l’ambiente? Ancora no. Se al posto degli ideogrammi in input sostituiamo un input di una videocamera e agli ideogrammi di output un somando per, ad esempio, un braccio robotico ci troveremmo nella stessa situazione di prima.

Per inteso Searle non sostiene l’impossibilità di un intelligenza artificale forte semplicemente afferma che capire la sinstassi di un problema non equivale a comprenderne anche la semantica e che un computer per essere intelligente manca della vasta gamma di percezioni riguardo la semantica che invece presenta un cervello umano.

Tutto Questo Ha Un Senso?

Abbiamo parlato di intelligenza artificiale e del fatto che un computer possa essere più o meno intelligente. Ma tutto ciò ha un senso per la vita quotidiana di tutti i giorni?

Proverò a spiegarlo con un esempio preso dalla vita reale così che si possa avere la percezione del fatto che questi discorsi realmente riguardano la vita di tutti i giorni e non sono mera speculazione.

Consideriamo le auto a guida autonoma che in questi ultimi anni si stanno sviluppando. Esse sono il classico esempio dell’esperimento della stanza cinese. Prendono dei segnali in input, eseguono un programma e compiono un azione come output. Un auto intelligente che vede un segnale di pericolo è in grado di comportarsi di conseguenza ma non è in grado di percepire la sensazione del pericolo associata al cartello.

Se un auto a guida autonoma non è intelligente ma si limita ad eseguire un programma allora essa è responsabile in caso di incidente? Nel caso di uno scontro tra un auto a guida autonoma e un auto con conducente umano si potrebbero applicare le stesse regole che applicheremmo al caso di due auto con conducente umano? In fondo anche noi, quando siamo alla guida, prendiamo i segnali che ci arrivano in input (cartelli, limiti di velocità, posizione di altre macchine, etc…) ed agiamo di conseguenza eseguendo delle azioni più o meno standard. Proprio queste azioni standard sono codificate in un auto di guida autonoma.

Allora un auto a guida autonoma è come un conducente reale? No, non lo è. E ve lo spiegerò illustrando una situazione che è capitata a tutti. Immaginate un incrocio in cui voi ed un altro automobilista siete in attesa di passare; a tutti sarà capitato di guardare l’altro automobilista e con un cenno di intesa del capo stabilire chi dovesse passare per primo al fine di evitare un incidente. Questa operazione non potrebbe essere codificata in un programma per un auto di guida autonoma perché richiede una percezione ed un empatia tipica del cervello umano e che un computer non possiede.

Non siete ancora convinti? Eccovi un altra situazione. Quante volte alla guida vi è capitato di pensare “ecco questo non mi ha proprio visto”; se avete pensato ciò non è perché avete eseguito una serie di operazioni standard codificabili in un programma ma perché avete interpretato un espressione facciale o banalmente perché vi siete resi conto che l’altro automobilista non stava guardando nella vostra direzione. Ecco un altro esempio di cosa un auto a guida autonoma non potrebbe fare.

Dunque?

Dunque… se un computer è in grado solo di eseguire un programma non può essere responsabile delle sue azioni come invece lo sono gli esseri umani. Per i computer viene meno quel principio del libero arbitrio che invece contraddistingue noi. Per un computer esiste solo l’illusione del libero arbitrio in quant esso è frutto di una capacità di scelta pre-programmata e non di una capacità di pensare intrinseca nel computer stesso.

E voi cosa ne pensate? Un computer può essere intelligente e dotato di libero arbitrio oppure no?

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