Pubblichiamo questa intervista a Guido De Philippis attualmente professore associato alla SISSA di Trieste e vincitore di numerosi riconoscimenti come la Medaglia Stampacchia 2018 e l’“EMS Prize”  nel 2016.

 


 

D: Come è nata la passione per la matematica?

R: Non lo so veramente. Una cosa che ne ho sempre apprezzato, fin dai tempi delle Guido_de_philippiselementari,  era la sua capacità di sintesi. Essendo io abbastanza  pigro, apprezzavo il fatto che per risolvere un esercizio di matematica si dovesse scrivere molto meno che per fare un tema di italiano…

Poi sicuramente ha influito anche il fatto che mi riuscisse senza eccessivo sforzo, almeno all’inizio.

Crescendo la ho apprezzata sempre di più, anche complici ottimi insegnanti (in particolare la mia professoressa del liceo) e uno zio ingegnere con la passione della matematica che mi ha sempre riempito di libri scientifici…

Alla fine la matematica è un’enorme esercizio  di fantasia soggetta a regole molto ferree…è stimolante!

D: Che scuola superiore ha fatto? Per quella che è la sua esperienza la scuola italiana fornisce una buona preparazione?

R: Ho frequentato il liceo scientifico Leonardo da Vinci a Firenze e devo dire che, in media, ho avuto ottimi insegnanti. In particolare la mia professoressa di matematica del liceo, Roberta Rigato (a cui sono rimasto molto legato) che mi ha insegnato tantissimo. Tutt’ora molte delle cose che faccio, le faccio come  mi ha insegnato lei!

Il livello di formazione della scuola italiana è secondo me molto alto e non solo in matematica (dove anzi purtroppo i programmi ministeriali andrebbe molto rivisti…).

Poi come ho detto, complice un’ottima insegnante, in matematica ho fatto veramente tanto, con quello imparato al liceo mi sono fatto quasi “gratis” il primo anno di  matematica all’università…

D: Come è stata la sua successiva  esperienza in Italia o all’estero?

R: Dopo il liceo, ho studiato matematica a Firenze e poi (un po’ per caso) mi sono trovato a fare il dottorato alla Scuola Normale. Lì ho incontrato Luigi Ambrosio, un incontro fondamentale per me. Luigi, oltre a essere un matematico di livello mondiale, è anche un advisor fantastico, uno dei migliori in assoluto. Lui mi ha messo in contatto con Luis Caffarelli (che è poi diventato anche mio advisor) e con Alessio Figalli, che poi è diventato amico e collaboratore di lunga data.

Dopo il dottorato ho fatto due anni di post doc, uno a Bonn e uno a Zurigo, dove ho iniziato a collaborare con Camillo De Lellis, altro matematico eccezionale e caro amico.

Poi ho passato un anno a Lione come Charge de Recherche al CNRS e infine, a Aprile 2016, sono diventato Professore in SISSA.

Devo dire che sono molto contento di aver girato un po’. Sebbene sia stancante, sia dal lato umano che da quello professionale cambiare ambiente fa sempre bene!

D: Quali sono i campi di interesse che sono il  soggetto della sua ricerca?

R: Io mi occupo di Calcolo delle Variazioni e più precisamente di Teoria Geometrica della Misura. Questa è la branca del Calcolo delle Variazioni che si occupa di studiare i problemi variazionali geometrici, ossia cui problema in cui si cerca un’insieme che minimizza una qualche energia legata alla sua forma geometrica. Il problema più emblematico del campo è probabilmente il problema isoperimetrico che chiede di trovare la forma che a parità di volume ha perimetro minimo. La soluzione era nota ai greci (il cerchio), ma una dimostrazione rigorosa è arrivata solo negli anni 50, a opera di De Giorgi.

Questo ha aperto un filone di ricerca che è tutt’ora molto attivo, con tantissime domande aperte…basta pensare che lo studio di questioni legate al problema isoperimetrico è tra le motivazioni che hanno portato alla medaglia Fields di Alessio!

D:Può spiegare ai nostri lettori il risultato da lei ottenuto di cui va più fiero?

R: Ce ne sono alcuni che mi piacciono, principalmente perché ci ho speso tanto tempo sopra per cercare di capirli…

Uno di questi è un risultato abbastanza recente sulla struttura di misure che soddisfano un’equazione differenziale lineare, ottenuto insieme a Filip Rindler.

Il risultato, che vincola in maniera abbastanza restrittiva il comportamento della parte più singolare della misura, si è rivelato avere svariate applicazioni anche in situazioni che non ci aspettavamo all’inizio.

Inoltre cercare di risolverlo mi ha costretto a studiare cose nuove, che non facevano parte della mia formazione e, alla fine, studiare è la parte che più mi  diverte del nostro lavoro!!

D: Che consigli darebbe ad un nostro giovane lettore interessato a intraprendere il percorso di studi della matematica?

R: Di farlo! La matematica è un campo affascinante, pieno di idee bellissime che stimola il rigore e la creatività…inoltre, da un punto meramente utilitaristico, di matematici ce ne è sempre bisogno, anche fuori dalla scuola e dall’università, quindi non sarà poi difficile trovare lavoro.

Per chi vuole fare ricerca consiglio invece di non rinunciare mai a fare le cose “difficili” e di studiare…anche se sembra tempo improduttivo, si impara molto di più da quello che non torna che da quello che torna!

D: Quale è la formula matematica più bella che vorrebbe condividere con i nostri lettori?

R: mmm non sono un grande fan delle formule… forse la disuguaglianza isoperimetrica nel piano?

$$P(E)\ge 2\sqrt{\pi Area(E)}$$

D: Quale libro di matematica consiglierebbe di leggere per scoprire la bellezza di questa disciplina?magonumeri

R: Sicuramente il “Mago dei numeri” di  Enzensberger, è pensato per bambini, ma io l’ho letto da adolescente e, per la prima volta, ho visto che la matematica studia molto più di quello che ci viene insegnato a scuola…

D: Nella vita di ognuno ci sono degli incontri che cambiano la vita e ci aiutano a intraprendere la nostra strada.  Puoi raccontarci qualcuno di questi?

R: Penso che l’incontro che più ha inciso sulla mia carriera matematica è stato quello con Luigi Ambrosio. Sono entrato a fare il dottorato alla Scuola Normale un po’ per caso (ai tempi pensavo di farlo a Firenze). Ovviamente conoscevo Luigi di fama, ma averci iniziato a lavorare insieme è stato probabilmente la cosa migliore che ho fatto in matematica fino ad ora!

Oltre a essere scientificamente incredibile, Luigi ha la capacità di tirare fuori dai suoi studenti il meglio, di indirizzarli sempre per la loro strada, mettendoli in contatto con possibili collaboratori e lasciando seguire loro la loro indole…tutt’ora se devo prendere decisioni importanti, chiedo consiglio a lui!

E’ veramente un advisor sotto tutti i punti di vista!

D: Quali sono i suoi progetti di ricerca per il futuro?

R: Studiare….:-)

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