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Pubblichiamo su “Math is in the Air” questa intervista sul libro “Isola delle Tabelline”.

Le risposte alle domande sono a cura di  Germano Pettarin, Jacopo Olivieri e Desideria Guicciardini.

I primi due sono gli autori del testo, mentre Desideria ne ha curato le illustrazioni.

Il libro è edito da “Einaudi Ragazzi” ed è  disponibile per l’acquisto per esempio  qui e qui.


Come è nata l’idea di scrivere un libro e di scriverlo in tre.

Germano: Questo libro nasce dopo la fortunata esperienza del primo libro dello stessoVaria ein 56 sovracc ok.indd genere “La matematica fa schifo!”.

Si è continuato con il leitmotiv di proporre i concetti matematici in modo diverso dai tipici testi di matematica. I numeri prendono vita, diventano i personaggi delle storie e le regole della matematica le loro esperienze nel quotidiano.

Jacopo: Sì, la prima collaborazione con Germano su testi che spiegassero concetti matematici in forma di racconto per bambini era stata fruttuosa, così si è deciso di continuare a lavorare insieme su questi temi. Infatti siamo già arrivati al quarto libro!

Per chi è pensato il libro? 

Come dice il titolo, il libro parla delle tabelline, della tavola Pitagorica. Quindi la lettura è adatta per la scuola primaria in classe terza, quarta (o quinta), perché molti dei concetti proposti, sono in forma di storia divertente e giocosa: si adattano benissimo agli argomenti affrontati in queste classi. Ma in generale, lo consigliamo a chiunque voglia rimettere in discussione il preconcetto sulla matematica come materia difficile, noiosa e ripetitiva ma cogliere i numerosi aspetti appassionanti e divertenti.

Quali sono gli obiettivi che si prefigge questo vostro testo?

C’è la speranza di togliere alcuni dei pregiudizi che ci sono sulla matematica, derivanti da brutte esperienze scolastiche o da approcci sbagliati. Insomma, far apprezzare la matematica ai ragazzi (e non). La matematica è naturalmente uno strumento per affinare il ragionamento, la deduzione, l’intuizione, non certo la ripetizione di procedure meccaniche di cui non si comprende il senso. Fare matematica dovrebbe appassionare come la lettura di un libro giallo dove ci sono tutti gli indizi (i dati di un problema) per scoprire il colpevole (la soluzione).

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Esempio d’illustrazione tratta dal testo con le “Isole delle Cifradi”

La storia è ambientata a “Tabellandia”, un’isola fantastica abitata da vari numeri. Questo luogo nell’arcipelago delle Cifradi, è a suo modo speciale. Potreste anticipare ai lettori alcune delle sue caratteristiche particolari?

Germano: Tabellandia si trova nell’esotico arcipelago delle Isole Cifriadi, punto di riferimento per le vacanze di grandi matematici del passato i quali, dopo aver dedicato anni allo studio dei numeri, arrivano qui per concedersi un meritato momento di spensieratezza e riposo.

L’arcipelago è composto da diverse isole, ognuna con regole e abitudini diverse, pur avendo in comune allegria, divertimento e un certo senso di avventura.

Tutte tranne una, perché a quanto pare a Tabellandia le cose non filano lisce. I numeri sono male assortiti, spaesati e così tanto in confusione da pensare di essere dei numeri di serie B o con qualche strana malattia da dover essere rinchiusi lì in quarantena.

Jacopo: Sul fronte narrativo, il racconto procede un po’ come un giallo avventuroso, fino alle rivelazioni finali!

Il protagonista è il numero 100. Se vi chiedessimo di descriverlo ai nostri lettori, come lo fareste?

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Un esempio d’illustrazione del libro raffigurante il protagonista: il numero 100.

Germano:  100 è in volo verso l’isola di Tabellandia nell’arcipelago delle Cifradi. Lui rappresenta la cifra 100: ha vinto una vacanza premio sull’isola ed è felicissimo. In realtà non si ricorda di aver partecipato a qualche concorso ma, come si dice, a potenza donata non si guarda l’esponente.

Spera che questo viaggio dia una svolta alla sua vita: infatti si è sempre sentito un po’ solo, a Numeropoli, dove abita. Ha la sensazione di non appartenere veramente al posto in cui vive.

Ma a Tabellandia, come abbiamo detto, trova un gruppo di 99 numeri male assortiti. Cento non sa come comportarsi. Vede naufragare la sua vacanza, ancor prima di poterla iniziare.

Ad un certo punto nella storia compare un personaggio “speciale”: Pitagora! Cosa ci potete anticipare su di lui e sul suo ruolo?

Jacopo: Per me che di matematica so ben poco, il personaggio di Pitagora è stato moltomuppet-show divertente da raccontare: per (mia) fortuna, oltre che un matematico è stato anche un filosofo dell’antichità, e da quanto ricordavo dei miei studi classici di gioventù sapevo che si poteva gestirlo in più sfumature. Il fatto poi che si tratti dell’unico personaggio umano in mezzo a una banda di numeri parlanti rende il tutto ancora più strambo, e quindi più divertente. Un po’ come quando c’erano ospiti in carne e ossa in mezzo ai pupazzi del Muppet Show.

Il libro è impreziosito da illustrazioni molto belle che rendono la storia ancora più ricca ed evocativa. Quanto è stato difficile trovare un modo per illustrare una storia fatta di numeri?

Desideria: Non direi che è stato difficile. Umanizzare i numeri è un esercizio che ho iniziato a fare in prima elementare. Ogni numero, per me bambina, aveva un suo carattere. C’era quello dispettoso, quello servizievole, quello sbruffone, quello insicuro, quello materno e via di questo passo. Per cui disegnarli con occhi naso bocca manine e piedini non è stato per me uno sforzo.

Jacopo: La cosa bella è che nessuno ha dato istruzioni a Desideria, eppure i suoi personaggi sono esattamente come ce li immaginavamo scrivendoli!

Che cosa offre di più, secondo voi, la presenza di illustrazioni?

Desideria: Rende il libro un vero libro di narrativa, da leggere non come un manuale scolastico ma da leggere divertendosi.

Rispetto ad altre illustrazioni realizzate, quelle presenti in questo libro in cosa si differenziano?

Desideria: Non si differenziano dallo stile che uso in altri libri di narrativa dal soggetto avventuroso e divertente. Anche se i protagonisti sono numeri e l’argomento le tabelline. Mi auguro con ciò di aver contribuito a far capire ai bambini che la matematica può essere simpatica!

Il libro è uscito nel 2018. Nel frattempo immaginiamo che avrete avuto occasione di incontrare alcuni dei vostri lettori e trovare in loro un riscontro. Cosa è piaciuto di più del vostro libro? C’è qualcosa che ha colpito i lettori in modo per voi inaspettato?

Germano: Sicuramente abbiamo apprezzato che durante le presentazioni, molti si sono complimentati per il fatto che i loro figli, che hanno sempre odiato la matematica, hanno letto il libro tutto di un fiato. Molte maestre ci hanno detto che lo leggono ai bambini in classe (anche a puntate) e che può essere davvero utile e interessante per affrontare vari concetti matematici.

Sicuramente aiuta molto anche la scheda didattica abbinata al libro che si può trovare nel blog della casa editrice Einaudi ragazzi, “E lessero felici e contenti”   (https://elesserofeliciecontenti.it/), dove c’è anche il gioco della Tombola delle tabelline scaricabile gratuitamente.

Veniamo ora a delle domande di carattere più generale.

Tutti e tre venite da percorsi formativi e lavorativi differenti; non possiamo quindi non chiedervi quale è stato il vostro rapporto con la matematica nel tempo di ognuno di voi? E’ sempre stato positivo o avete avuto dei momenti di difficoltà?

Germano: io sono un insegnante di matematica, ormai da decenni, nonostante abbia una laurea in Informatica. Ovviamente il mio rapporto con la matematica è positivo: riesco a affrontare un problema, un esercizio senza l’approccio angoscioso di molti miei allievi. A volte, mi immagino di personificare i numeri che ho davanti. Questo comincia un po’ a preoccuparmi per la mia sanità mentale….

Jacopo: Io da parte mia vengo da una formazione totalmente opposta: fin da ragazzino mi piaceva soprattutto scrivere e disegnare, sono stato pure un fumettista prima di passare alla narrativa a tempo pieno. Anche se la geometria la capivo, almeno intuitivamente (visto che lì c’entravano i disegni), l’aritmetica invece è sempre stata un terreno ostico; meno male che collaborando con Germano ho finito per imparare qualcosa!

Desideria: In seconda elementare la mia compagna di banco, siccome io in un compitino avevo preso 5 e lei 7, mi regalò un 1. In modo che avessimo entrambe 6, la sufficienza. E’ l’unico episodio riguardante la matematica, in tutto il lungo percorso scolastico, che ricordo con piacere. Se avessi avuto all’epoca la possibilità di leggere un libro come quello scritto da Jacopo e Germano ora avrei un buon ricordo in più.

Che cosa è il movimento letterario degli Immergenti di cui uno di voi autori è fondatore?

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Estratto di immagine tratto dalla sito http://bookonatree.com

Jacopo: Ah ah, quella è stata una trovata di un pugno di autori di libri per ragazzi, gruppo di cui faccio ancora parte sotto l’egida dell’agenzia Book on a Tree. Alla base delle intenzioni c’è un certo modo di guardare alla narrativa per bambini e ragazzi che ci accomuna, un privilegiare il senso dell’avventura e della meraviglia, guardando senza pregiudizi alla letteratura del passato, anche lontano, sia come temi che come ispirazioni. Ovviamente adattandola a uno stile in sintonia con i tempi attuali e, si spera, che possa piacere anche in quelli a venire, come è stato per le letture della nostra infanzia.

Esistono diversi luoghi comuni sulla matematica (difficile, inutile, ecc..) e purtroppo alcuni studenti questi pregiudizi nascono molto presto.  Il vostro libro, in qualche modo, cerca di “sfatare” alcuni di questi pregiudizi?

Germano: I libri che abbiamo fatto, al momento sono tre ma è in uscita un quarto, hanno esattamente questo scopo. Superare l’approccio fondato sulla precisione, il rigore del calcolo ripetitivo, l’applicazione meccanica di regole. E superare il preconcetto che la matematica è solo per chi è “portato”, chi è preciso, rigoroso e chi predilige la fantasia, l’astrazione, l’immaginazione non “riesce” in matematica.

Nella matematica, nelle sue regole e nella loro applicazione, vediamo molto gioco (e non usiamo questo termine a caso) di immaginazione, di fantasia e dovrebbe essere piacevole per tutti.

Scrivere libri per bambini e ragazzi non è una impresa semplice e forse la difficoltà aumenta se il tema della storia è la matematica. Avete degli esempi di scrittori che vi hanno “guidato/ispirato”?

Germano: Sicuramente ci siamo ispirati al dialogo tra un matematico e un ragazzo, ne “Il mago_dei_numerimago dei numeri” di Hans Magnus Enzensberger. Poi anche ai testi di Rodari nel dare vita ai numeri, di dargli personalità.

Jacopo: Confermo che Rodari è stato il primo a venirmi in mente, ancora agli inizi del primo libro. E come si può non partire da lui? Poi, ammetto, per creare “colore” mi sono ispirato alle mie vacanze di quell’anno, anche se erano state decisamente meno travolgenti di quelle di Cento!

Cosa pensate dell’attuale panorama divulgativo della matematica, in particolare quello dei ragazzi?

Germano: Vediamo che periodicamente escono proposte di testi sulla matematica che cercano di mettere in luce gli aspetti più interessanti della materia o che mostrano dove si può applicare concretamente.

Questo sicuramente è un ottimo intento: però dobbiamo rilevare che spesso questi testi si dilungano su tematiche troppo tecniche e diventano comprensibili solo a un ristretto pubblico. Per buona parte dei lettori sono troppo complessi e noiosi. Un po’ il contrario dei nostri libri, che parlano di argomenti della matematica semplici, rivolti a un pubblico di ragazzi, comprensibili veramente a tutti, soprattutto a chi li ha sempre respinti.

Jacopo: A me interessano tutte le forme di divulgazione scientifica rivolta ai più giovani; per fortuna anche in Italia, che purtroppo non brilla in questo campo, negli ultimi anni sono comparse molte proposte ben fatte. Nello specifico della matematica, credo che renderla accattivante a lettori giovani sia un po’ più difficile che parlare di esplorazioni spaziali o dell’evoluzione dei viventi; che è poi il motivo per cui le spiegazioni in chiave di racconto, con i numeri parlanti e dotati di personalità, mi piace molto.

Far appassionare alla lettura e alla matematica dei bambini è sicuramente un importante obiettivo che molti genitori e insegnanti si prefiggono, ma non sempre riescono. Vi sentite di suggerire qualcosa a loro per realizzare in questo obiettivo?

Germano: Cercare di proporre la matematica come un soggetto interessante e un gioco a cui viene spontaneo partecipare. Soprattutto per i bambini dove è possibile proporre divertenti attività che riguardano la matematica e che possono aiutare a comprenderla meglio, ad esempio le schede didattiche presenti nel blog della casa editrice.

Per i ragazzi più adulti, proporre la materia come scoperta, o come attività dove usare il ragionamento, non come sforzo ripetitivo. Soprattutto giustificare, far comprendere ogni regola: non dire “questo esercizio si fa così” senza far capire il motivo.

CC BY-NC-SA 4.0
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