Pubblichiamo questa intervista al Consiglio direttivo della rivista “Nuova Lettera Matematica”. Il Consiglio è composto dai seguenti membri: Renato Betti, Gian Italo Bischi (coordinatore), Mauro Comoglio, Liliana Curcio, Pietro Nastasi, Enrico Rogora, Marco Elio Tabacchi, Settimo Termini.

Il numero 1 e 2 della rivista sono disponibili qui e qui.


Math-in-the-air: Il 2020 ha visto nascere la  rivista “Nuova Lettera Matematica” che raccoglie l’eredità della “Lettera Matematica Pristem” che nel 2018 dopo più di 25 anni aveva cessato le pubblicazioni. Può spiegare ai nostri lettori come è nata l’idea di far (ri)nascere questa rivista e da chi è portata avanti?

Nuova Lettera Matematica: Dopo oltre 25 anni di regolare pubblicazione della rivista trimestrale Lettera Matematica Pristem, ovviamente con i normali cambiamenti che avvengono in un così lungo arco di tempo nella redazione e nella linea editoriale (diciamo così), il Pristem, gruppo che fa capo all’Università Bocconi, ha deciso di impegnarsi in un progetto più vasto, denominato Mateinitaly, che tra le altre cose ha dato vita a una rivista di carattere più generale distribuita in tutte le edicole italiane. Così è nata Prisma (sottotitolo: matematica, giochi, idee sul mondo), rivista mensile ormai arrivata al n. 29.

Una copertina di un numero di Lettera Matematica Pristem

Un gruppo di ex redattori di Lettera Matematica Pristem ha pensato di mantenere la natura della vecchia rivista, di carattere meno divulgativo e più concentrato su una forma di politica culturale della matematica a cui era abituato e che riteneva tuttora attuale. Si è cercato tuttavia di approfittare della nuova situazione per rinnovare l’impostazione, evitando naturalmente di entrare in competizione con Prisma. Dopo essersi affidati alla giovane casa editrice Palermo University Press, questo gruppetto di ex redattori ha elaborato alcuni piccoli cambiamenti nello stile e nei temi che sono confluiti nel primo numero (visto come una sorta di “esperimento”) e verranno messi a punto – in base all’esperienza – nei numeri successivi. Una volta verificata la possibilità di ripartire, questo gruppetto iniziale ha invitato a partecipare alla nuova avventura sia tutti i componenti della vecchia redazione sia nuovi (entusiasti) amici e colleghi.


Math-in-the-air: Chi collabora a questa rivista?


Lettera Matematica: La rivista accetta i contributi di chiunque, come è scritto in modo – speriamo – chiaro nelle note che introducono la rivista sul sito della casa editrice, sul fascicolo cartaceo e sul neonato (e ancora in corso di perfezionamento) sito dedicato alla rivista stessa:

www.nuovaletteramatematica.eu

Gli articoli ricevuti sono sottoposti al normale processo di revisione, quello che con termine inglese viene chiamato “peer review”, e anche questo è esplicitamente scritto. La rivista cioè è una normale rivista scientifica nei suoi tradizionali meccanismi di invio e valutazione di ciò che si riceve. A questa sua caratteristica se ne aggiunge un’altra che non si contrappone alla prima ma la integra. Ogni numero prevede la presenza di un dossier tematico, e in questo caso chi cura il Dossier organizza gli interventi presenti invitando studiosi specifici a collaborare. Inoltre, lo confessiamo, qualche articolo è sollecitato dalla redazione per rispondere a particolari domande che possono sorgere in un determinato momento, come nel caso di importanti ricorrenza o nel caso di temi molto dibattuti, come è successo adesso con la pandemia. Ma anche in questi casi gli articoli sono sempre sottoposti a una normale peer review e di questo vengono avvertiti coloro che sono invitati a collaborare.

La situazione è diversa per quelle che abbiamo chiamato “rubriche fisse”. Al momento ne è presente una sola, “L’architettura della matematica”. In questo caso la responsabilità di quanto scritto è strettamente di chi cura la rubrica, sia nel caso in cui lo scritto è suo sia in quello in cui è stato invitato a scrivere un altro autore.

Math-in-the-air: Quali sono i suoi obiettivi ?

Lettera Matematica: Comunicare i fatti, le idee e il senso della matematica in quanto forma di pensiero che interviene sia nelle applicazioni e nelle manifestazioni culturali (scientifiche, sociali, letterarie, artistiche…) sia nei propri sviluppi interni (ad esempio relativi alla sua storia della matematica e alla sua ricerca di base). Dunque, legare la matematica alla società in cui noi e il lettore viviamo.


Math-in-the-air: A quale pubblico si rivolge?

Lettera Matematica Si rivolge a tutte le persone che sono interessate alla cultura matematica, sia per attitudine personale, in quanto vedono nella matematica le strutture rispondenti a esigenze di comprensione della propria visione dei fenomeni (o del mondo), sia per professione (ad esempio insegnanti, professionisti etc.). Senza trascurare chi è semplicemente “curioso” di conoscere qualche aspetto del mondo scientifico. E per ottenere il risultato di coinvolgere anche i curiosi cercheremo di utilizzare anche qualche sotterfugio ”retorico”. Ad esempio nel primo numero abbiamo ricordato la scomparsa del grande matematico John Conway con un testo brevissimo e un grande disegno originale. E, nel numero successivo, Roger Penrose, in occasione del Premio Nobel ricevuto, ha anche lui un brevissimo cenno biografico ma un grande disegno originale.

Copertina del secondo numero di “Nuova Lettera Matematica”


Math-in-the-air: Può illustrare  ai nostri lettori qualche esempio di articolo pubblicato nei primi due numeri che rende l’idea dei temi trattati?

Lettera Matematica Citarne qualcuno non rende in qualche modo giustizia a tutti gli altri che in questi primi due numeri sono stati proprio scelti (o richiesti) uno per uno e, nonostante questo, sottoposti ad una rigorosa valutazione. Ma per non sottrarsi alla richiesta, possiamo forse indicare quello di Pietro Greco sul primo numero, che ci ha permesso di parlare della pandemia inserendola in un contesto generale e storico, e nello stesso numero quello di Roberto Natalini sui modelli matematici che descrivono il contagio (un tema che verrà ripreso nel terzo numero) oltre ad articoli sulla comunicazione della matematica, gli anniversari di Leonardo da Vinci e della scuola artistica della Bauhaus, metodi didattici innovativi. Nel secondo numero il Dossier sul Rinascimento, curato da Liliana Curcio, che rappresenta molto bene l’atteggiamento interdisciplinare della rivista, oltre a temi legati alla didattica della matematica, storia della matematica attraverso le enciclopedie in Europa, gli acquerelli di Galileo e l’uso delle immagini nella scienza.

Se vogliamo estendere queste considerazioni anche ai “modi” e non solo ai contenuti, allora vorremmo sottolineare un altro aspetto. Man mano che la rivista si è andata “facendo”, in questi primi due numeri che sono finora apparsi, ci siamo accorti che, parallelamente, in modo naturale, gli articoli si incastonavano in un contesto che aveva una sua autonomia, quello dell’impostazione grafica e della natura e qualità delle immagini, assieme al fatto che – tranne quelle legate all’illustrazione dei contenuti degli articoli – quasi tutte le altre sono originali, create appositamente per la Lettera. Non conosciamo altri esempi di riviste scientifiche che assieme agli articoli (“scientifici” e rigorosamente valutati mediante una “peer review” regolare e tradizionale, ci teniamo a ripeterlo e sottolinearlo) abbiano anche immagini originali espressamente eseguiti e creati per la rivista.

Questo fatto, una volta che abbiamo realizzato che poteva essere una caratteristica significativa, ci ha indotto, nel secondo numero, a presentare anche una mini biografia e una foto degli autori dei disegni originali. Ci piace sottolineare continuità e cambiamenti rispetto a Lettera Pristem, proprio nel prestare molta attenzione alla parte grafica e visiva, che era stato sempre un punto d’onore della vecchia Lettera, arricchito ora con l’aggiunta di immagini espressamente elaborate per la rivista. Una esigenza sorta inizialmente per motivi pratici, legati alla difficoltà ad avere, in tempi rapidi, il permesso di riprodurre foto di un gran numero di matematici. Il risultato, poi, ci è piaciuto molto: una costrizione, quindi, che ha generato un salto in avanti, come a volte accade.


Math-in-the-air: Nel primo “editoriale” a cura della redazione della rivista scrivete:

“Ci è venuta in mente un’osservazione di Einstein sulla comunicazione a cui vorremmo pure ispirarci: “raccontare le cose nella maniera più semplice possibile ma non più semplice” .

Può spiegare ai nostri lettori come intendete realizzare questa idea?

Lettera Matematica: Le leggi evolutive dei fenomeni hanno solitamente un andamento continuo che attraversa componenti elementari. Raccontare le cose significa percorrere (o ripercorrere) questo processo. Il desiderio è quello di spezzare al momento giusto questo processo continuo, giunti al nocciolo che permette di cogliere l’idea senza entrare in ulteriori, inessenziali, particolari. Come? Appellandoci alla sensibilità e al buon senso della redazione e dei lettori. L’esperienza con Lettera Matematica Pristem ha mostrato che una stretta collaborazione nella redazione e un’attiva interazione con i lettori lo rende possibile.

Dare una versione troppo semplificata di argomenti sottili e complessi può svolgere un ruolo negativo. Il lettore “deve” sapere quando un argomento è più complesso di un altro e se quello che si sta comunicando è solo un tentativo di avvicinare al contenuto vero per conquistare il quale bisognerebbe compiere sforzi più grandi. La frase di Einstein ricordata sopra ci è sembrato che sintetizzasse questo problema in modo sintetico e completo.

Math-in-the-air: Nella presentazione della rivista sul sito dell’editore (Palermo University Press) è citato anche un altro vostro “ideale” riferimento culturale: la rivista “Civiltà delle Macchine” diretta da  Leonardo Sinisgalli. Perché questo esplicito riferimento?

Rivista “Civiltà della Macchine” diretta da L. Sinisgnalli (fonte www.fondazionesinisgalli.eu )

Lettera Matematica: Civiltà delle macchine, in tutta la sua storia, rappresenta un importante riferimento per la nostra rivista perché è l’espressione di un momento storico felicissimo, quello nel quale la grande industria, filosofi, letterati e scienziati dialogavano per rendere esplicite e fruibili caratteristiche del nuovo che nella società stava accadendo. Un nuovo, ricordiamolo che era destinato a trasformare radicalmente il modo in cui si era vissuto per secoli. L’Italia diventava un Paese industriale innescando un cambiamento che avrebbe riguardato tutti gli aspetti del vivere. Questo si poteva solo subire o viverlo da protagonisti attivi. Civiltà delle macchine, rivista della Finmeccanica fondata e diretta (dal 1953 al 1958) dall’ingegnere-poeta Leonardo Sinisgalli, è stato uno dei tentativi di vivere la trasformazione e non subirla. Quindi non può per noi che essere un grande punto di riferimento. In questo il ruolo e l’opera di Sinisgalli sono stati cruciali e non a caso nel primo numero lo abbiamo ricordato come il Leonardo che vede l’altro Leonardo, nel cinquecentenario dalla morte del genio vinciano.

Math-in-the-air: Particolare attenzione viene data alla storia e all’idea che la trasmissione del sapere. Sempre nella presentazione della rivista, citando Umberto Eco, scrivete che:

“il nostro sapere (anche quello scientifico e non solo quello mitico) è intessuto di storie” e quindi la sua trasmissione   “dovrebbe prendere la forma di storie” proprio per essere più efficace”.

Cosa comporta questo?

Lettera Matematica: La convinzione che il pensiero matematico, di cui si è parlato in precedenza come un punto intorno al quale ruota la rivista, non vive da solo e per sé, ma insieme a tante altre forme di pensiero, e si alimenta di vicende reali. La matematica è parte della società, in senso lato, e questo deve in ogni caso essere presente.

Già questo ci induce a prendere molto sul serio l’idea di trasmettere contenuti “raccontandoli” e non sbattendoli in faccia. Ma l’osservazione di Eco, riflettendoci, è più profonda di quanto sembri. Il racconto è stato una delle prime forme di creazione e trasmissione di una “tradizione”, culturale e sociale, umana. E lo stesso Galileo, oltre ad essere capace di usare la lingua in modo raffinato, tanto da essere definito da Italo Calvino il miglior prosatore della letteratura italiana, ha usato una forma tipicamente letteraria, i dialoghi, per trasmettere risultati scientifici “di frontiera”, in maniera efficace, a un pubblico vasto


Math-in-the-air: In che modo questa rivista si pone nei confronti dell’attuale panorama divulgativo della matematica? Quali sono le sfide che potrebbe aiutare ad affrontare?

Lettera Matematica: L’attuale panorama divulgativo della matematica sembra molto lacunoso, con l’eccezione di particolari riviste on line. Da una parte troppo generale (ad esempio dedicato a illustrare risultati strepitosi e inaspettati, oltre che incomprensibili) dall’altro troppo specifico (eccessivamente tecnico, oppure dedicato all’insegnamento di semplici nozioni). Il nostro intento è quello di un racconto ampio e allo stesso tempo comprensibile (nelle idee, nel livello di generalità, nei suoi sviluppi e nel senso di appartenenza alla comunità). Per questo, forse, il termine “divulgazione” è poco adatto. Meglio un termine come l’inglese che richiama la popolarizzazione, il desiderio di comunicare il senso che i fatti e le conoscenze matematiche assumono per la nostra cultura.

Dovremmo cominciare a usare il termine “Comunicazione”. Comunicazione della scienza in un senso molto specifico, che è poi quello che cercava di insegnare Pietro Greco, già citato prima, grande giornalista scientifico e nostro redattore, scomparso prematuramente lo scorso dicembre. Comunicare non vuol dire solo rendere facile quello che è difficile ma cercare di mettere in atto tutti i meccanismi di semplificazione possibile che non svuotino la profondità di un concetto, di un teorema o di un nuovo risultato sperimentale o teorico che sia. E quando vogliamo “comunicare” anche a persone con strumentazioni specifiche molto limitate e insufficienti o a bambini, contestualizzando e chiarendo in che modo si sta semplificando. Riteniamo che questo, detto con parole diverse è quello che voleva dire e fare Sinisgalli nella già ricordata “civiltà delle macchine” e ci rimanda ad alcune risposte già date riguardo al perché abbiamo ricordato il “narrare” di Eco e il “semplificare ma non al disotto di un minimo ineludibile” di Einstein. Alla fine, tutti gli aspetti si compenetrano e si illuminano a vicenda.

Con una comunicazione corretta si svolge opera educativa profonda, elevando chi ascolta nella direzione giusta e corretta di un nuovo concetto o risultato nuovo e profondo, dando, contemporaneamente, l’informazione che ciò che si è trasmesso non è ancora tutto e indicando la direzione corretta da seguire per approfondire.

In modo forse un po’ presuntuoso, vorremmo dire che la nostra Lettera non è divulgativa ma vuole comunicare a un pubblico vasto contenuti che riteniamo interessanti. Questa è la nostra ambizione. Se poi ci riusciamo non spetta a noi dirlo.

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