Ultimamente c’è un gran parlare dell’ “Internet of Things” (IoT) ovvero della possibilità che gli oggetti della nostra vita quotidiana incomincino ad interagire con noi e fra di loro scambiandosi autonomamente informazioni.

In effetti non sarebbe male pensare ad un futuro in cui avvengano le seguenti cose:

  • il mio frigo mi ordina il latte e le uova che stanno per finire dal mio negozianteIoT sotto casa (preferisco pensare nell’ottica del chilometro zero);
  • la mia sveglia suona 10 minuti dopo poiché sa che c’è meno traffico e mi fa dormire di più;
  • le mie piante non muoiono più a causa di un  impianto di irrigazione “stupido” che offre sempre la stessa quantità di acqua, ma crescono rigogliose grazie a sensori che regolano automaticamente il fabbisogno  di acqua di ogni singola pianta
  • non faccio più nessun tipo di fila nè dal medico nè in banca.
  • mia moglie finisce di farmi osservare che non spengo mai le luci nelle stanze perché queste di spengono da sole.

Secondo alcuni tutto questo si realizzerà a breve. Secondo altri la strada è ancora lontana e chi crede il contrario ha letto un po’ troppa fantascienza da adolescente!

Certamente è allettante l’idea di guadagnare grazie a tutto questo del tempo prezioso oer leggere un bel libro, guardarsi una serie TV o passare più tempo con figli e amici.

L’unica certezza è che, anche per realizzare l’IoT, sarà molto importante il ruolo della matematica applicata.  Infatti la mole di dati in circolazione aumenterà notevolmente;  immaginate, infatti, che gran casino se oltre alle persone che si scambiano dati, dovessero iniziare a farlo anche i vasi di un balcone, i frigoriferi della cucina e le scarpe che indossiamo in questo momento.   Si cercheranno di realizzare nuovi algoritmi  per gestire meglio e più velocemente questa mole crescente di dati, per poter fare previsioni automatiche a partire da questi e, quindi,  permettere agli oggetti di decidere senza il nostro apporto (in gergo in modalità unsupervised)  a nostro vantaggio.

Per intuire anche solo vagamente le possibilità che si stanno sperimentando rimandiamo a questa Call of papers della rivista  Journal of Applied Mathematics dove sono delineati alcune delle problematiche emergenti.

Tra qualche anno, poi, vedremo cosa sarà successo veramente!

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