(fonte http://phl.upr.edu/library/notes/ross128 )
Come alcuni si ricorderanno, due anni fa abbiamo pubblicato un post sul “Paradosso di Fermi” in cui discutevamo le problematiche nel rilevare una intelligenza aliena a partire dalle emissioni di radiofrequenza, generalmente attraverso l’uso di potenti radiotelescopi.
E’ apparsa sulla stampa una notizia dell’ultima ora (diciamo, degli ultimi giorni) esattamente su quest’argomento.
L’osservatorio di Arecibo (Puerto Rico) ha comunicato di aver ricevuto lo scorso 12 Maggio 2017 un segnale “piuttosto strano” mentre era puntato in direzione della stella Ross-128, costellazione della Vergine, 11 anni luce dalla Terra.
Il segnale e’ stato captato sulla banda-C , ha avuto una durata di circa 10 minuti e viene descritto come “a spettro espanso quasi-periodico”.
Questo ha generato molto interesse, sia da parte degli astronomi che da parte del SETI (citato nel nostro articolo).
I radiotelescopi operano in tutto il mondo 24 ore su 24, e captano ogni secondo quantità gigantesche di emissioni radio, piu’ di quanto gli scienziati ed i volontari riescano ad esaminare.
Ma allora perche’ tutto questo interesse su Ross-128 ?
In effetti il motivo c’è.
Proviamo ad entrare nel dettaglio della notizia.
Iniziamo col ricordare che, secondo molte teorie, se anche esistesse una intelligenza aliena potrebbe non aver interesse ad inviarci un segno della propria presenza.
Quest’ultimo punto non e’ totalmente insensato. Lo stesso Stephen Hawking ha descritto come “potenzialmente rischioso” inviare tali segnali troppo disinvoltamente. Ed esiste persino un apposito organismo dell’ONU (UNOOSA ) che ha stabilito le regole di ingaggio regole di ingaggio nell’improbabile evenienza di un incontro ravvicinato …
L’idea di base del SETI è quindi di intercettare i segnali “domestici” emessi da eventuali extra-terrestri. Non quelli di saluto diretti verso di noi ma piuttosto quelli del cellulare che tengono sempre in mano per gli aggiornamenti dai social network, sfidando persino le severe regole sulla guida delle astronavi.
In particolare, la banda dei 5 GHz è un esempio perfetto di questo tipo di segnali:
– E’ una frequenza abbastanza alta da permettere trasmissioni digitali a grande velocita’.
– Si attenua facilmente in caso di pioggia e passando attraverso i solidi.
– Si attenua piu’ rapidamente con la distanza rispetto a frequenze minori — ma in alcuni contesti di uso questo e’ vantaggioso.
Nota, l’attenuazione al crescere della frequenza avviene a parità di dimensioni di antenna, ovvero a frequenze maggiori servono antenne piu’ grandi per ricevere la stessa potenza. Si veda questa spiegazione.
Questa banda viene utilizzata nel recente standard Wi-Fi 802.11a (portante poco sopra i 5 GHz): la frequenza elevata permette di avere canali piuttosto larghi (oltre 600 MHz di occupazione di banda complessiva) ed offre una capacita’ che supera i 100 Mbit/s, con ricevitori integrati di semplice realizzazione.
Inoltre l’attenuazione attraverso i solidi e con la distanza non e’ un problema nelle trasmissioni “indoor” e anzi e’ vantaggiosa nel caso del Wi-Fi usato in appartamento (riduce le interferenze tra vicini di casa).
Un secondo utilizzo della banda-C, sfruttando abilmente l’attenuazione dei segnali a queste frequenze è nei radar (si veda il nostro articolo in proposito).
– I radar aeroportuali ed i radar tattici montanti sulle imbarcazioni militari rilevano con facilita’ i bersagli grazie all’attenuazione del segnale sugli ostacoli (e’ anche possibile una stima della cross-section, o dimensione-radar del target).
– I radar meteorologici rilevano facilmente la pioggia (in questo caso l’attenuazione del segnale riflesso e’ funzione della intensita’ della perturbazione).
Come e’ facile vedere da questi esempi:
– A nessuno verebbe mai in mente di utilizzare queste frequenze per inviare un saluto a mondi lontani.
– Al contrario, la banda-C e’ oltremodo utile per le comunicazioni e la detection.
Infine, “uno spettro sui 5 GHz, a banda larga e quasi-periodico” … e’ ESATTAMENTE cio’ che si vedrebbe puntando da Ross-128 un radiotelescopio sulla panchina del parco, mentre vi connettete con il tablet ad un access point pubblico !!
Questo punto, da solo, spiega l’eccitazione degli addetti ai lavori.
Due note finali:
1) Casomai qualcuno se lo chiedesse, no, non e’ possibile intercettare il segnale alieno ed inviarlo al nostro router Wi-Fi ultimo modello o sulla smart-tv!
Sia perche’, come descritto sul nostro articolo sul paradosso di Fermi, il segnale sarebbe senza dubbio cifrato e/o compresso (il decoder Sky magari potrebbe tornare utile, pero’ non abbiamo la smart-card corretta) sia perche’ l’attenuazione in banda-C e’ notevole. Posto che l’antenna di trasmissione non sia gigantesca (contrario alle ipotesi di “semplice trasmissione locale”) al piu’ possiamo rilevare la “portante” del segnale, non certo i bit digitali dell’eventuale contenuto.
2) Aggiungo, senza voler sminuire la notizia, che la banda dei 5 GHz e’ famigerata per i suoi effetti di disturbo. Soprattutto per via delle trasmissioni militari e dei radar (nella pratica “non regolamentate”) che operano a grandi potenze e a Km di distanza. E, ovviamente, per gli access point del Wi-Fi !!! (siamo sicuri che ad Arecibo fossero spenti, si ?? ;-)
Comunque, se sul vostro super-smartphone identificate una rete Wi-Fi debole e lontanissima, con caratteri strani nel nome tipo “%@!#&%%#”… provate con la password “r0sS-128” !
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