Durante la campagna elettorale, specialmente sui social network, sono circolati da parte di alcuni candidati/partiti dei grafici quantomeno dubbi dal punto di vista della correttezza matematica.

Sono stato tentato di scrivere questo post prima delle elezioni ma poi avevo deciso di soprassedere perché, in fondo, il nostro blog  ha come scopo fare divulgazione  matematica e   ho pensato che non fosse il caso di scrivere qualcosa prima delle elezioni.

Ora che sono passate le elezioni e che, nel frattempo,  è stato pubblicato un nuovo tweet che conferma un uso quantomeno “creativo” della matematica, mi sento di scrivere questo articolo, più che altro per condividere alcune riflessioni con i lettori.

Iniziamo con ordine da colui che, almeno in base a quello che potuto osservare io, è stato un po’ il protagonista di quello che definisco un uso creativo della matematica: Carlo Calenda.

E’ noto a tutti che Carlo Calenda è presente su Twitter, social network su cui pubblica molto frequentemente. 

Probabilmente non a tutti piacerà questo uso dei social, ma ammetto che a me piace e,  fra i tanti social,  apprezzo più l’uso di Twitter piuttosto che di altri strumenti (vedi TikTok).

Il 9 settembre 2022  Calenda pubblica il seguente tweet:

 

E’ abbastanza evidente che se nel grafico si fosse mantenuta la corretta scala sull’asse y, il punto di arrivo del 20%  sarebbe posizionato più in alto nel piano cartesiano e visivamente sarebbe stato  quantomeno poco realistico  come obiettivo.

In merito all’asse x,  la posizione (e distanza fra loro) dei vari giorni,  è abbastanza evidente che non torna.

Inoltre, non essendo riportati i valori puntuali, non  risulta chiaro come siano stati tracciati i vari andamenti e come si possa poi ottenere a partire da questi le successive curve tratteggiate.

Anche dando per buono quegli andamenti è evidente che se si guarda la curva in celeste non è vera l’affermazione del tweet “Per tutti i sondaggi dall’inizio della campagna elettorale cresciamo ogni giorno”. Infatti  quella curva ha un andamento decrescente per un certo intervallo temporale. 

Bastava scrivere “per molti sondaggi” e si faceva una affermazione corretta cambiando di poco  l’impatto del tweet. 

In sostanza io trovo  difficile trovare qualcosa di corretto in quel grafico e sopratutto non ne capisco l’utilità. 

Probabilmente molti di voi diranno: “Vabbè ma quel grafico mica deve essere verosimile, è propaganda elettorale”.

Anche io ho pensato a questo. Quel grafico certamente non ambisce ad essere  un modello “fittato” su  dati che abbia una qualche validità.  E’ semplicemente un “disegno” in cui sono messe le speranze (assolutamente legittime) di un candidato.  Ma perché farlo allora?

Almeno dal mio punto di vista  non ha senso usare “male” (o se vogliamo dirla diversamente “in modo  creativo”)  la matematica per avvalorare una tua affermazione come per ammantarla di una qualche forma di scientificità.

Sì perché la sensazione mia è stata questa.  Mostrare quel grafico è un modo per avvalorare una (ripeto più che legittima) aspirazione a guadagnare consensi aiutandosi con una sorta di “autorevolezza” derivante dalla matematica come se aggiungere un grafico desse più forza al tutto.

Per certi aspetti si potrebbe anche considerare positivamente questo atteggiamento.

In passato, infatti, mi era capitato di scrivere un post in cui Salvini si vantava insieme con il conduttore della trasmissione Zapping (qui link) di non conoscere la matematica.  

Il fatto che un candidato usi dei grafici per avvalorare le sue posizioni di fronte ai suoi elettori potrebbe essere visto come un miglioramento circa la percezione dell’importanza della matematica nella classe politica (poi dal punto di vista politico ognuno si tiene la propria opinione).

E’ un po’ come se, almeno in qualche politico, fosse  passata l’idea che (scusate la semplificazione) se ci metto dentro un grafico o un po’ di calcoli   matematici le mie affermazioni possano sembrare agli elettori più attendibili ed io risulto più “competente”, “esperto”, “affidabile”.

Sempre Calenda, il 27 settembre, ad elezioni concluse, pubblica il seguente nuovo tweet.

Di nuovo Carlo Calenda prosegue nel suo uso “creativo” della matematica. Di questa cosa ne ha parlato anche l’ottimo Maurizio Codogno sul suo blog (link qui) e vi invito a leggere le sue critiche più dettagliate fatte in quel breve post.

Mi limito qui a segnalare come sia abbastanza evidente che quella tabella non ha molto senso. E’ ovvio che se un partito che, per esempio, parta dall’1% dovesse arrivare al 2% avrebbe un incremento enorme, incremento che, un partito con già un buon numero di elettori,  potrebbe molto difficilmente avere. Evidenziare  questa crescita con apposita colonna nella tabella ha poco senso.

Inoltre l’incremento  (o decremento) dipende dal momento in cui viene fatto il sondaggio e non è chiaro come si possano avere le percentuali di un terzo polo che il 30 dicembre 2021 neanche esisteva.

Non so quale sarà l’opinione che vi sarete fatti a questo punto dell’articolo,  ma io sono arrivato alla seguente conclusione:  se devi usare “male” la matematica per avvalorare le tue opinini/affermazioni, è meglio non usarla per niente. 

Il rischio è gettare ulteriore discredito sullo strumento “matematica” che, invece, se usato correttamente in effetti ha la potenzialità di avvalorare o meno alcune affermazioni.

Già la matematica non gode di buona fama nella percezione globale della società, se poi la usiamo anche in questo modo rischiamo di peggiorare la situazione.

Ovviamente Calenda non è stato il solo ad usare in questo periodo di campagna elettorale la matematica in modo creativo… ma, almeno per quanto osservato da me,  Calenda l’ha fatto più di altri.

Invito i lettori del nostro blog a segnalarci altri casi e magari anche a smentirmi attraverso questi nuovi esempi.

Per correttezza e completezza  riporto qui un altro esempio,  quantomeno dubbio, questa volta del Movimento 5 stelle.  

In questo caso, per esempio, il logo del movimento è posizionato in modo strategico per far sembrare a colpo d’occhio la differenza fra 24,5% e 20,8% più grande rispetto a quella fra il 20,8% e 17,7%. Essendo, però, riportate le percentuali  mi sento di vederlo come un errore più “sottile” e se vogliamo dire “veniale” (ma comunque una cosa non corretta che un docente di scuola correggerebbe se la facesse un suo studente).

 

 

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