Il 4 novembre 2022, durante una conferenza stampa, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha, abbastanza clamorosamente, sbagliato l’ordine di grandezza della quantità di gas a prezzo calmierato che potrebbe arrivare alle aziende energivore grazie alle misure introdotte. Errore non di 1 o 2 ordini di grandezza.. bensì di 6 ordini di grandezza.
Qui di seguito inseriamo il video della conferenza stampa in cui al minuto 4:45 la premier parla di 1000/2000 metri cubi di gas.
Successivamente al minuto 11:34 del video la Premier si corregge dopo che le segnalano l’errore:
“Intanto mi segnalano che ho fatto un errore perché non parliamo di 1000/2000 metri cubi di gas, ma di milioni, ah di miliardi…ormai impazzisco con i numeri”
Per correttezza, segnalo che non è la prima volta che un primo ministro Italiano sbaglia in modo clamoroso ordini di grandezza.
Era successo, per esempio, anche a Mario Draghi durante il discorso di fiducia in Senato il 17 febbraio del 2021. In quella occasione il premier affermava:
In questo momento 2.002.074 sono i ricoverati in terapia intensiva…
per poi correggersi subito dopo su suggerimento probabilmente di qualche ministro a lui vicino
due milioni scusate… 2mila? 2074 sono i ricoverati in terapie intensiva…
Da cittadini ci si potrebbe chiedere come sia possibile che un politico, dopo mesi di discussioni sulla drammatica assenza di posti in terapia intensiva a causa della pandemia, possa sbagliarsi e dire che ci sono 2 milioni di persone ricoverate in terapia intensiva sbagliando di 3 ordini di grandezza.
Stesso discorso vale per il problema del gas. Da mesi si parla del problema degli approvvigionamenti e di quanto gas sarebbe necessario estrarre o comprare in altri paesi per non dipendere più dalla Russia. Dovrebbe essere chiaro a un qualunque politico l’ordine di grandezza delle cifre di cui si sta parlando.
Anche ammettendo che quegli errori siano frutto di emozione (nel caso di Draghi) o stanchezza (nel caso di Meloni), in realtà non dovrebbe capitare di sbagliare di 2-3 o addirittura 6 ordini di grandezza e continuare il discorso senza accorgersene.
Ritengo però che buttarla sul “abbiamo politici incompetenti sui numeri e sulla matematica” nasconda il problema che è ben più ampio:
tutti (o quasi) abbiamo difficoltà con la stima dell’ordine di grandezza specie quando si parla di quantità molto grandi (o molto piccole) e di fenomeni con cui abbiamo poca familiarità.
Chiunque abbia esperienza d’insegnamento in una disciplina scientifica penso possa confermare fornendo tanti esempi di errori di questo tipo.
Gli studenti commettono tali errori senza soffermarsi a riflettere sul fatto che l’ordine di grandezza del risultato sia quantomeno “sensato”.
Eppure questa abitudine a riflettere aiuterebbe ad accorgersi di errori “clamorosi” (ma che, visti gli errori dei Premier, evidentemente tanto clamorosi non sono).
Riflettendo credo che parte del problema dipenda dalla scarsa abitudine a “giocare” con la stima delle grandezze.
A scuola problemi di questo tipo vengono raramente affrontati.
Nella testa di uno studente un esercizio di matematica deve avere un risultato “esatto” rappresentato da un numero “intero” preferibilmente piccolo o al limite una frazione o un radicale di quelli “frequenti”.
Un esercizio in cui si chiede di fare una stima approssimata dagli studenti è visto male, come qualcosa di strano e poco matematico.
Nell’insegnamento della fisica c’è, invece, una maggiore “tradizione” sul far ragionare gli studenti sull’ordine di grandezza delle quantità in esame e del risultato finale.
E’ presente, infatti, tutta una tradizione dei cosidetti “Problemi alla Fermi” (ne avevamo parlato in questo post) ovvero di quei problemi inerenti la stima dell’ordine di grandezza che si racconta che Enrico Fermi ponesse ai propri studenti.
Ma la fisica si incontra “tardi” nel percorso scolastico (purtroppo!) e tipicamente nella scuola superiore con un numero ridotto di ore.
Ritengo, invece, che si dovrebbe dare una maggiore importanza alla capacità di stimare una grandezza di un fenomeno sin dalla scuola primaria.
Spererei che i miei figli tornassero a casa non solo con problemi in cui si deve capire quante figurine vanno ad Andrea o Luca, ma magari anche stimare quante persone possono entrare in una piazza o quante scuole ci sono in Italia. In fondo problemi di questa tipologica sono divertenti e stimolano il ragionamento
A scuola si parla molto di educazione civica e delle competenze che gli studenti dovrebbero acquisire per essere dei cittadini consapevoli. Certamente la capacità di stimare un ordine di grandezza di un fenomeno è fra queste e, forse, ci si dovrebbe lavorare di più fin dalla scuola primaria.
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